Gordon Moore, cofondatore di Intel con Robert Noyce nel 1965,scrisse un articolo in cui affermava che ”le prestazioni dei processori, e il numero di transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi”,teoria che si rivelo veritiera e ciò che allora erano solo supposizioni divennero leggi e divenne il metro e l’obiettivo di tutte le aziende che operano nel settore.
Ma secondo Robert Colwell ex di Intel e attuale direttore del gruppo mycrosistems della Darpa, la legge di Moore è destinata a diventare storia tra il 2020 2022 quando l’industria tecnologia dovrebbe produrre chip a 7/5 nanometri. Infatti Colwell afferma che da quando fu introdotto la legge di Moore nel 1965 si è passati da 1 megahertz a 5 Gigahertz con incremento di 3500 volte,un incremento che sarà difficile replicare nel prossimo futuro. Poichè sarà difficile che gli ingegneri troveranno un qualche metodo, a livello di design o produttivo, che assicuri una crescita esponenziale come quella passata. “Ci saranno un po’ di ritocchi incrementali, ma non è possibile intervenire per correggere la perdita di una crescita esponenziale”.
La DARPA sta analizzando possibili alternative alla tecnologia CMOS, ma secondo Colwell ci sono soluzioni che pur essendo promettenti non replicheranno quando avvenuto dagli anni ’70 a oggi. Ma se da una parte non c’è forse una tecnologia che sembra convincere appieno, l’altro problema è di questione economica.
D’altronde avanzare con il processo produttivooltre ad essere una sfida tecnologica, è anche un’impresa che richiede miliardi di dollari, da cui un’azienda deve avere un ritorno maggiore, e non è detto che questo avvenga. E anche per questo motivo che la legge di Moore ha gli anni contati.