L’ideatore della pagina Facebook “Cartellopoli” è stato condannato a 9 mesi di carcere per i post pubblicati dai fan della pagina.Non si è trattata di responsabilità diretta ma dell’azione di altre persone, come è già avvenuto negli scorsi giorni per i casi di Writersdream.org e ADUC. Come riportato su La Repubblica, il Tribunale di Roma ha riconosciuto il 34enne Massimiliano
T. responsabile di “istigazione a delinquere e apologia di reato“.
“Qualunque utente Facebook è ora a rischio di condanna, insomma: basta che tra i commenti ne appaia qualcuno che inviti a compiere reati di qualsiasi tipo o anche solo un’invettiva contro i politici ladri”, ha commentato a caldo Fulvio Sarzana, l’avvocato difensore. “È una sentenza frutto del clima politico italiano, sempre più autoritario nei confronti del web”.
La pagina Cartellopoli è nata come un “comitato online contro lo stupro, la svendita e la consegna della città di Roma alla lobby cartellonara”. Come conseguenza ha attirato commenti di ogni tipo e in alcuni casi ha anche acceso i riflettori su eventuali iniziative per fronteggiare il fenomeno dell’abusivismo.
Il giudice ha ritenuto unico responsabile di tutti commenti il gestore della pagina Facebook “essendo stato comunque il primo a curarne l’inserimento e la conseguente divulgazione al pubblico”. Secondario il fatto che non abbia controllato i testi. “la qualità dei contenuti di analogo tenore pubblicati sul blog nel corso del tempo è tale da rendere inverosimile che l’imputato potesse averne ignorato o male interpretato il contenuto“, si legge nella sentenza.
Per l’avvocato della difesa ormai è l’intera Rete a rischio.”Tutti i gestori di siti pieni di commenti offensivi, per esempio anche Beppe Grillo, rischiano la stessa condanna. Sul suo blog non si contano più quelli che minacciano politici e giornalisti”.