Vinton Cerf, uno dei padri di Internet e coinventore del protocollo TCP/IP, mette in guardia. Molti dei dati creati nell’era digitale andranno persi.Fogli di calcolo, documenti e dati scientifici prima o poi non ci saranno più, non perche andranno distrutti o persi, ma semplicemente perl’obsolescenza dei programmi con cui sono stati creati.
Cerf ha infatti spiegato che il software Microsoft Office installato sul suo Mac non è più in grado di leggere un file di PowerPoint creato nel 1997.
Cerf spiega che non è colpa di Microsoft, ma non si può ignorare il fatto che “la compatibilità è molto difficile da conservare per periodi molto lunghi di tempo“, e archiviare i file su dischi fissi sicurissimi non è la risposta a tale problema. Un contenuto digitale è significativo solo se un software è in grado di interpretarlo.L’esempio più calzante è quello della grande quantità di dati che gli scienziati raccolgono dalle simulazioni e nelle letture degli strumenti, che è destinata a fare la stessa fine.
Per risolvere il problema, secondo Cerf, bisogna preservare i metadati, che consentono di risalire alle condizioni in cui i dati sono stati raccolti, in che modo sono stati calibrati gli strumenti e quale deve essere la loro corretta interpretazione. I metadati sono insomma una sorta di “pergamena digitale”che consente al materiale digitale di diventare un bene durevole.